Saggi di critica d'arte
Ma Michelangelo aveva ragione? Dal suo punto di vista, esclusivo per ingenita necessità del suo essere, forse sì. Nel senso assoluto della cosa aveva
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prima, il Delaroche aveva escluso Guido dal consesso degl’illustri artisti dipinto nel famoso emiciclo dell’Istituto di belle arti di Parigi, benchè ci
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misurato dirà mai che, sfrondata di molti eccessi ed obbligata ad andar in compagnia di altre cagioni, che il Taine le aveva allontanate d’intorno
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singolari apparizioni di cui la Madonna l'aveva degnato. Diceasi pure che potenti ispiratrici gli fossero due rare bellezze, ch’erano a Bologna in quel
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devono restar nella storia come mirabile creazione di uno spirito in cui il vigore d’un altissimo pensiero aveva a suo servigio la più invidiabile
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diminuisce ciò che egli aveva già fatto. Poteva non esserci quel periodo; l’artista potea morire a cinquant’anni invece che a sessantasei; dinanzi alla
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aveva avuto eccitamenti. E lo ideale del Francia fu tosto fissato: un gran sentimento del decoro congiunto all’avvenenza e alla grazia; una quiete e una
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, grattata la tinta che li aveva occultati, ma è sempre discernibile la traccia della tentata cancellatura, e ciò è bene che sia, perchè sono molto
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, sopratutto dell’impronta che le aveva data Raffaello. Vivea nell’intimità del grande urbinate un illustre bolognese a cui il Francia, molti anni prima, era
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troppo vincolati al maestro che li aveva istruiti. Checchè sia di ciò, del Chiodarolo qui convien dire qualche parola, poichè fa parte del gruppo di
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errore, egli è che non aveva occhi e gusto che pei Caracci e pei caracceschi; ma pei cinquecentisti del primo periodo non avea nè passione nè occhio
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videro piangenti accanto alle sembianze ceree di chi l’aveva dipinta, e che il card. Giulio dei Medici, costretto dal pubblico entusiasmo, avea dovuto
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